Quando mi sento perso e solo e non so dove andare,

seguo il mio respiro

e il respiro mi riporta a casa.

Alcuni lo chiamano “spirito”, alcuni lo chiamano “anima”. Io so solo che c’è qualcosa che mi tiene insieme.

Metto la mano proprio sulla pancia, sento il respiro andare su e giù, mandando aria fresca dappertutto, dalle dita dei piedi fino alla testa.

L’ossigeno viene dagli alberi, dall’erba e dalle foglie, dall’oceano e dalla pioggia:

ci attraversa in un soffio e torna in giro.

Sempre in cambiamento, sempre in movimento, soffiando sempre dentro e fuori,

arrivando sempre, andando sempre via, il respiro è tutto qua.

Puoi provare quando sei felice, prova anche quando non lo sei. Non devi andarlo a cercare:

il respiro è una cosa che abbiamo.

Se mi dimentico del respiro,

i pensieri possono portarmi lontano

da quel che c’è in me e tutt’intorno a me, in questo momento, in questo giorno.

Espirare e inspirare,

e sapere che cosa sto facendo, quando le cose si complicano, mi calma ogni volta.

Quando mi sento ferito o arrabbiato, dunque, e non so dove andare, seguo il mio respiro e lui mi riporta a casa.

(Seguo il respiro, Jerusha Harriet Korim Arnoldi)

 

Troppo frequentemente le nostre azioni vengono intraprese senza riflessione e dettate da impulsi e pensieri che passano per la mente come un fiume impetuoso. Imparare a svincolarsi dalla corrente, sedere sulla sponda, ascoltarla, osservarla e trarne insegnamento, non è un processo che si svolge magicamente da solo, richiede la nostra consapevolezza. La consapevolezza è prestare attenzione al momento presente, senza perdersi in quello che è già accaduto o che accadrà. L'insufficiente consapevolezza del presente, crea inevitabilmente azioni e comportamenti automatici che possono renderci privi di contatto con la realtà. La consapevolezza è un modo di essere che fornisce un modo semplice, ma vigoroso, per recuperare lucidità e saggezza. Saper praticare la consapevolezza del momento presente, significa mettere in atto un metodo per rimanere in contatto con la realtà e renderci conto del nostro essere nella realtà. Nonostante sia semplice, nel senso che non bisogna fare altro che osservare quello che accade nel qui ed ora, non è necessariamente facile, perché è necessaria una vera e propria disciplina per contrastare gli automatismi messi in atto da noi così facilmente e continuamente. Essere consapevoli, significa passare dalla “modalità del fare” alla “modalità dell'essere” e per farlo è necessario fermarsi. Quando ci si ferma, l'aspetto curioso è che immediatamente si diventa se stessi e la realtà appare più semplice, così com'è. Non si tratta di un atteggiamento passivo, gli attimi di pausa ci aiutano ad inquadrare nella giusta prospettiva anche le preoccupazioni e insicurezze. Inoltre, ci aiutano a notare le cose belle che spesso sfuggono senza troppo apprezzamento. Nei momenti di pausa, è chiaro osservare come la nostra mente è abituata a sfuggire di continuo e a farsi trascinare in mille pensieri, progetti, cose da fare o rimuginare su cose già fatte. E', pertanto, necessario e utile cercare di fissare l'attenzione su un “oggetto”.

In questo, è molto utile disporre di un'ancora che farà da guida per ritornare sui propri passi quando la mente divaga. In questi casi, la respirazione si dimostra un'autentica alleata per ritornare al momento presente, al qui ed ora.

Il respiro è sempre con noi e può aiutarci a catturare i singoli attimi, momento dopo momento.

Il respiro, quando la mente divaga o le emozioni ci danno sensazioni spiacevoli e confuse, ci riporterà a casa! Servirà semplicemente respirare e sapere consapevolmente che lo stiamo facendo! E' il respiro che ci aiuterà a ritornare alla consapevolezza, al momento presente! Non servirà fare alcuno sforzo, ma solo osservare la sensazione epidermica della nostra inspirazione ed espirazione.

Il respiro ci riporterà sempre a casa!

Scritto da Lorena Santarsia

Considerazioni proposte e riprese da: DOVUNQUE VADA, CI SEI GIA' (Jon Kabat-Zinn)